L'Italia è ai primi posti in Europa per il consumo di acqua in bottiglia. Si stima che solo il 29% degli italiani consumi regolarmente acqua del rubinetto per bere, usandola al contrario per cucinare. Le acque italiane sono sia per qualità che per i controlli effettuati (a monte dei centri di raccolta) tra le migliori in Europa, ciò nonostante si predilige acquistare acqua in bottiglia. Sicuramente è diventata un'abitudine di molte famiglie, altresì si ha poca fiducia dell'acqua del rubinetto che spesso può avere un odore e un sapore sgradevoli, ma è davvero tutto oro quello che luccica?
Partiamo dal presupposto che l'acqua del rubinetto già la paghiamo, quindi andando ad acquistare acqua in bottiglia al supermercato aggiungiamo una spesa costante e sostanziosa.
Dagli ultimi studi effettuati sui contenitori di plastica è emerso che vengono rilasciate delle microplastiche all'interno dell'acqua in bottiglia e, di conseguenza, il costante utilizzo comporta l'assimilazione di queste sostanze.
L'acqua in bottiglia va trasportata. È pesante, scomoda, a volte le confezioni sono difettose e si rompono proprio lì: a 10 scalini da casa.
La plastica va accartocciata, pressata, schiacciata per differenziarla, in modo tale da non ritrovarsi una discarica abusiva dentro casa.
Una bottiglia di plastica ci mette dai 100 ai 1000 anni per degradarsi.
Per produrre 1 kg di PET ( circa 25 bottiglie da 1,5 litri) servono 17 litri di acqua (quindi per ogni litro se ne sprecano due) e 2 kg di petrolio. Infatti quando lasciamo una bottiglia di acqua al sole non è consigliabile assumerne il contenuto perchè con il calore vengono rilasciati nell'acqua dei derivati del petrolio.
Una bottiglia di acqua emette la stessa CO2 che emette la vostra auto per percorrere un solo km di strada.
Siamo davvero convinti che l'acqua in bottiglia sia l'alternativa sicura?
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